
Commento all’articolo pubblicato sul Sole 24 Ore dedicato ai diversi Regimi di fatturazione.
L’articolo del Sole 24 Ore “Ultimi giorni per passare al forfettario” di Ernesto Gatto e Giorgio Gavelli dell’8.02.2021 tratta indirettamente anche delle perplessità del passaggio tra regimi contabili naturali dei professionisti.
A mio parere non viene colto un aspetto importante. I professionisti hanno tre regimi contabili (come le imprese): forfettario, semplificato e ordinario; ma, solo due regimi di tassazione: forfettario e ordinario.
Le imprese in regime forfettario redigono il quadro LM, in regime semplificato redigono il quadro: RG, in regime ordinario redigono il quadro RF.
I professionisti in forfettaria redigono il quadro LM, in regime semplificato redigono il quadro RE, in regime ordinario redigono il quadro RE.
Quindi, per i professionisti, a fronte di tre regimi contabili, abbiamo solo due regimi di tassazione. Infatti, sono solo due i quadri interessati.
Peraltro, le regole fiscali applicabili previste per gli ordinari si applicano anche ai professionisti che sono in contabilità semplificata. In altre parole, il quadro RE si redige sempre con le stesse regole tributarie, indipendentemente dalla contabilità ordinaria o semplificata applicata. Per questa circostanza, forse, la risposta all’interpello n.107/2019 non è del tutto ultronea.
In definitiva – mentre l’impresa passa da un regime naturale all’altro senza particolari criticità (regime caratterizzato da regole specifiche sia contabili che di tassazione), il professionista avrebbe difficoltà a farlo, in quanto manca uno specifico regime di tassazione per i professionisti in regime di contabilità semplificata.
A fronte di detta “specificità normativa”, l’Agenzia delle entrate ben potrebbe dire apertis verbis che anche i professionisti possono passare da un regime contabile naturale ad un altro regime contabile naturale come se fossero a porte girevoli.